Politica Antibullismo
Il bullismo e il cyberbullismo devono essere conosciuti e combattuti da tutti e in tutte le forme, così come previsto dalla normativa.
Tipologia
Regolamento
Descrizione estesa
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
ISTITUTO COMPRENSIVO ANZIO V
POLITICA ANTIBULLISMO
Negli anni è cresciuta l’attenzione degli studiosi delle scienze dello sviluppo verso i disturbi della condotta in età adolescenziale: questo è avvenuto probabilmente a causa delle nuove sollecitazioni che giungono dai mezzi di comunicazione di massa, che sono in uso perlopiù dai ragazzi.
Sono proprio questi mezzi che riportano, con sempre maggiore frequenza, episodi di aggressività, di violenza, di cinismo, ma anche, per converso, di depressione, di smarrimento, di disperazione: situazione che ci rimanda un quadro allarmante della gioventù odierna.
Secondo tali studi, possiamo identificare tre punti nodali che possono influire sui processi di sviluppo:
Il primo di questi nodi riguarda le predisposizioni biologiche dell’individuo, la sua maggiore o minore reattività agli stimoli stressanti, la sua impulsività, le sue difficoltà attentive.
Il secondo gruppo di fattori si riferisce al contesto socioculturale in cui il ragazzo vive, al mondo etico e valoriale che gli viene trasmesso.
Il terzo gruppo di fattori riguarda tutte le esperienze di vita che il soggetto compie e, soprattutto, la rete di rapporti che si va costruendo fin dalla prima infanzia, in cui assumono particolare rilevanza i rapporti tra coetanei.
E’ in questa prospettiva che si inserisce lo studio del fenomeno del bullismo in fase scolastica, di quella distorsione dei rapporti tra coetanei che crea disparità, laddove dovrebbero esserci parità e reciprocità, e instaura un profondo squilibrio che vede da un lato un prepotente e dall’altro una vittima, qualcuno che prevarica e qualcuno che subisce.
La diffusione del fenomeno sotto nuove forme
In Italia sempre più ragazzini e adolescenti vittime di bullismo e cyberbullismo. Il rapporto Censis 2016 fotografa l'aggravarsi del fenomeno. Dall'analisi del centro studi emerge, infatti, che il 52,7% degli studenti tra 11 e 17 anni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei. La percentuale sale al 55,6% tra le ragazze e al 53,3% tra i ragazzi più giovani (11-13 anni). Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza un adolescente su 10 tra gli 11 e i 13 anni subisce cyberbullismo rispetto all’8,5% dei ragazzi più grandi (tra 14 e 19 anni).
Nonostante ci sia il divieto di iscrizione ai social network prima dei 13 anni di età, infatti, i bambini si aggirano fin da piccolissimi sulle diverse piattaforme social [1].
La nostra scuola
Il contesto socioculturale in cui vive la maggioranza degli allievi dell’Istituto Comprensivo Virgilio, Anzio V, può definirsi propositivo e incline all’etica e a un’impostazione valoriale.
La rete, per lo più positiva dei rapporti interpersonali degli alunni, tende ad eliminare la probabilità di disturbi della condotta.
Oggi il bullismo si sta indirizzando verso nuove ‘categorie ‘ considerate minoritarie, ma allo stesso tempo crescenti, all’interno delle Istituzioni scolastiche tutte:
- PRESENZA DI ALUNNI STRANIERI
- PRESENZA DI ALUNNI CON BES E CON DISABILITA’
Il nostro Istituto, l’Istituto Virgilio- Anzio V ne è la prova, accogliendo un cospicuo numero di alunni.
E’ infatti frequentato da molti alunni di origine straniera, ormai di seconda e terza generazione, che hanno frequentato in Italia la scuola materna o quella primaria che sono perfettamente integrati e raggiungono i livelli di conoscenze, competenze e abilità dei loro coetanei italiani, ma in alcuni casi possono verificarsi delle difficoltà di apprendimento legate prevalentemente al bilinguismo, o a situazioni di svantaggio socio- culturale, per i quali è necessario una personalizzazione della didattica.
Pur essendo un valore aggiunto di integrazione e condivisione culturale, si sono verificati, e capita si verifichino ancora, degli episodi di ‘bullismo’.
L’Istituto è sempre stato celere negli interventi, volti a ripudiare qualsiasi forma di aggressività e di mancanza di rispetto sia tra coetanei, che con adulti, ma si cera sempre un miglioramento, non solo per evitare l’esistere di tali episodi, ma soprattutto per creare un ambiente, dove la diversità diventi un valore.
Il ruolo della Scuola
La scuola inoltre, così come la famiglia, ha il compito di educare gli individui; deve perciò insegnare ai bambini e ai ragazzi a rispettare gli altri e ad essere solidali, a non attuare atteggiamenti di diffidenza, di rifiuto, di discriminazione e di intolleranza verso persone che presentano caratteristiche diverse dalle proprie e quindi a rapportarsi agli altri senza opinioni preconcette, stereotipi e pregiudizi.
Oggi infatti fenomeni di pregiudizio sono molto frequenti e hanno effetti distruttivi sia sulla persona intollerante sia sulla sua vittima; ecco perché è indispensabile che gli individui, sin dalla tenera età, vengano educati sia dai genitori sia dagli insegnanti, a considerare gli altri come persone e non come membri di particolari categorie. In questo modo la scuola potrà gettare le basi per lo sviluppo di una mentalità aperta alla diversità, di qualsiasi tipo essa sia.
Gli studenti potranno così imparare a guardare la realtà non solo dal loro punto di vista ma anche da quello altrui e a considerare sempre le questioni con grande attenzione e in maniera critica. In questo modo saranno capaci di confrontarsi con gli altri e saranno consapevoli del fatto che non devono rinunciare alle proprie idee ma devono saper riconoscere anche il valore di quelle altrui.
La funzione della scuola non è quindi esclusivamente quella di trasmettere delle conoscenze, ma anche di creare le condizioni favorevoli alla formazione di cittadini e alla creazione di una coscienza civile. Deve fare in modo che gli individui si sentano parte di una stessa comunità sulla base di un minimo comune denominatore di regole, di valori e di criteri di convivenza, come lo stesso articolo della costituzione cita (art. 3 e 34) che individua nella scuola pubblica uno dei cardini della nostra società, è proprio quello che tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione e di condizioni personali e sociali, hanno il diritto e il dovere di essere istruiti.
Il ruolo specifico dell’insegnante
L’insegnante deve perciò, fornire ai suoi alunni una cornice di riferimento entro la quale essi possano definire il proprio ruolo di cittadini; deve trasmettere i valori sui quali la democrazia si fonda e attraverso cui possano crescere delle personalità libere; quando infatti si perde il diritto ad essere diversi, si perde il diritto ad essere liberi. Deve quindi, rispettare i diversi gruppi culturali non soltanto per il contributo che essi possono dare al benessere comune ma per ciò che essi possono diventare attraverso la condivisione di determinati valori. È importantissimo che gli studenti giungano alla consapevolezza che la vita del proprio paese è inserita nel più ampio contesto della globalizzazione e che imparino a riconoscersi come cittadini italiani, europei e planetari.
La scuola svolge anche la funzione di favorire lo sviluppo delle abilità relazionali e sociali di tutti gli allievi; ha perciò il dovere di rimuovere tutti gli ostacoli che non permettono una reale partecipazione da parte di tutti gli allievi ai percorsi di apprendimento e di socializzazione.
È estremamente importante inoltre, che il clima all’interno della classe, sia di cooperazione e di collaborazione: in tal modo ciascuno avrebbe la possibilità di contribuire al raggiungimento di scopi comuni.
La scuola inserita nel contesto territoriale: l’integrazione
La scuola deve perciò, realizzare un grande salto di qualità nella coscienza culturale, morale e sociale del paese attraverso l’assunzione dei valori dell’accoglienza e della solidarietà.
Naturalmente è indispensabile che essa sia inserita all’interno di un sistema integrato che metta insieme soggetti ed istituzioni diverse come la famiglia, la comunità locale, le strutture socio-sanitarie e gli enti e le istituzioni del territorio; solo in questo modo infatti, potrà realizzare un progetto educativo ricco ed articolato affinché la sua offerta formativa non si limiti alle sole attività curricolari ma assuma un più ampio ruolo di promozione culturale e sociale.
Uno dei fenomeni più vistosi che ha toccato la realtà della scuola italiana dagli anni ’90 in poi infatti, è stata proprio la presenza di alunni con cittadinanza non italiana, figli di genitori immigrati o nati in Italia da genitori stranieri.
La scuola italiana si configura perciò, come un vero e proprio “laboratorio” d’ incontro tra culture ed è sorto un dibattito su come accogliere e favorire l’inserimento.
È fondamentale quindi, realizzare interventi che non riguardino esclusivamente i minori ma anche le loro famiglie e in generale tutti gli immigrati. Devono esserci perciò, dei mediatori culturali che comunichino con i genitori dei bambini immigrati e che forniscano loro un valido aiuto.
Ulteriori strategie che possono essere utilizzate per favorire la piena integrazione scolastica e sociale dei minori immigrati sono: attività di doposcuola, creazione di laboratori in cui si insegna l’uso corretto della lingua italiana o dove vengono svolte attività che stimolano le varie forme espressive di cui i bambini sono portatori e costruzione di biblioteche e ludoteche con libri, giocattoli e arredi appartenenti ai diversi gruppi culturali ed interventi extra-scolastici nel tempo libero.
L’Educazione interculturale
L’educazione interculturale si delinea quindi, come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale multiforme e come una modalità di interazione che avvalora il significato di democrazia. La scuola quindi, deve fare in modo che il processo educativo consenta ai membri dei diversi gruppi culturali di acquisire una maggiore comprensione reciproca per mezzo del riconoscimento dei differenti valori e credenze di persone che provengono da altri paesi ed anche attraverso il forte desiderio e la buona volontà di cooperare con loro per il raggiungimento di determinati obiettivi.
Si tratta di un approccio non privo di difficoltà e molto impegnativo per svariati motivi. Innanzitutto esso necessita di un nuovo modo di insegnare e quindi implica delle profonde trasformazioni sia nei programmi scolastici sia nella formazione degli insegnanti.
Un ambiente scolastico però, deve essere strutturato in modo che nessuno sia offeso ed escluso per i valori, le credenze e i principi che possiede. È impossibile però, che, anche sotto le migliori condizioni, tutti i conflitti possano essere presagiti e prevenuti. Si potrebbe verificare ad esempio, durante una normale conversazione in classe, che degli studenti che presentano un differente background culturale, dopo aver ascoltato membri di un altro gruppo fare affermazioni che essi percepiscono come stereotipiche, entrino in conflitto con questi.
È fondamentale che vi sia una comunità culturalmente sensibile e preparata a rispondere a certe domande e necessità che emergono.
In prima linea accanto ai ragazzi: cosa abbiamo fatto e nuovi obiettivi.
Nella metà delle scuole italiane, infatti, si verificano episodi di bullismo, e o di cyberbullismo, ogni giorno.
Ma cosa avviene da noi?
Perché il Bullismo non è di una tipologia soltanto, ma appunto si ramifica e si sviluppa secondo il terreno incontrato:
Quale referente di bullismo ho raccolto delle opinioni tra i nostri ragazzi e ciò che emerge è certamente una sorta di inconsapevolezza che parte dal linguaggio: è quotidiano ‘insultarsi’ ‘insultare’ ‘trattarsi male’.
Il modo di parlare e la mancanza di gentilezza vige come normalità!
Pensiamo sia necessario partire dalla base, dall’importanza e dal peso delle PAROLE: insegnare che non è ‘normale’ dirsi parolacce e rivolgersi all’altro senza attenzione, cura, cortesia.
Durante l’anno scolastico 2017-2018 è stato creato, dal team antibullismo di Istituto, il DECALOGO DELLA GENTILEZZA: bellissimo progetto cui hanno aderito molti ragazzi della scuola, raccontando le loro storie, scrivendo alcune frasi, che sono state poi affisse tra gli ambienti scolastici.
E’ la prima cosa che mi ha colpita entrando qui.
Il tentativo è stato quello di sensibilizzare quei pochi che sembrano non riflettere prima di agire.
Ciò che facciamo oggi, sarà il nostro modo di porci domani, da adulti.
Si allega quindi un progetto, che inizi a Dicembre e prosegua per tutto l’anno scolastico: COACHING CREATIVO: L’ora della gentilezza: la sfida dei tre atti gentili.
Negli episodi che si sono segnalati:
Cosa è stato fatto per i ragazzi bullizzanti
1) Come prima cosa incontriamo i genitori per ricostruire la storia, poi parliamo con i ragazzi e infine decidiamo il “piano progettuale".
2) Si convoca un consiglio straordinario dove sono presenti : il Cdc, il DS e i genitori.
3) Si attuano provvedimenti che tengano conto del singolo caso e che sono volti ad educare, dare un monito e ‘costruire’.
Cosa si consiglia ai ragazzi bullizzati:
Certamente si sensibilizzano gli alunni a :
1) Raccontare agli insegnanti quanto avviene, che certamente aiuta a risolvere sul momento, ma è necessaria la prevenzione.
FUTURI OBIETTIVI:
In generale nella nostra scuola non si sono verificati forti atti di bullismo negli ultimi anni e proprio per questo vorremmo intervenire, parlarne, discuterne nel tentativo di trovare una strada che non permetta al ‘bullismo’ di entrare in maniera prepotente nella quotidianità delle frasi, degli atti, che non diventi un mezzo di comunicazione ‘normale’ appunto.
Cercare delle strategie comuni e specifiche permetterà all’Istituto di trattare gli eventuali episodi di bullismo in maniera organizzata e non estemporanea.
La linea operativa si baserà sull’immediata risoluzione del problema piuttosto che sulla sterile punizione, poiché talvolta alcune opzioni operative, pur colpendo il bullo, non eliminano il problema di passività della vittima, che continuerà a subire atti di prepotenza.
La Commissione Antibullismo provvederà ad una serie di interventi e di strategie educative di tipo preventivo, volte a promuovere un clima positivo e cooperativo nella scuola e nelle classi, riducendo la probabilità di comparsa di comportamenti problematici.
L’ORA DELLA GENTILEZZA
Si pensa di CREARE UN REGOLAMENTO condiviso, quindi elaborato, insieme ai ragazzi, insieme ad un insegnante, in una ora apposita, mensile, contemporanea a tutta la scuola.
Un’ora del primo Mercoledì del mese verrà dedicata allo svolgersi di un percorso che avrà come obiettivo il raggiungimento di un interloquire gentile ( Vedi All1 ) –
Ciascuna classe verrà seguita dall’insegnante di turno tramite attività condivise.
Nel mese di Gennaio le classi seconde parteciperanno a degli incontri sul tema ‘la gentilezza’ pensato ed elaborato, secondo il presente progetto.
In ciascuna classe l’insegnate presenta il fenomeno, sottolinea le parole sotto illustrate, e gli alunni creeranno le loro regole:
Come segnalare
Le modalità di segnalazione saranno semplici, accessibili e soprattutto riservate, poiché l’intervento antibullismo deve partire dalla protezione della vittima.
E’ possibile rivolgersi, oltre al Referente della Commissione Antibullismo, al Dirigente Scolastico oppure via telematica inviando le problematiche riscontrate alla nostra email.
L’obiettivo primario è che il fenomeno delle prepotenze tra ragazzi a scuola non rimanga pervaso da un clima di silenzio ed omertà, vista la difficoltà sussistente a riferire o a denunciare episodi accaduti da parte di coloro che subiscono i comportamenti aggressivi dei compagni.
Per lottare contro il bullismo la Dirigenza ha deciso un approccio su due livelli:
A. Prevenzione
B. Procedura nei casi che di volta in volta si verificano.
L’intervento viene svolto a più livelli:
SCUOLA: le misure adottate mirano a sviluppare atteggiamenti e creare condizioni che attenuino l’entità del fenomeno e prevengano lo sviluppo di nuove criticità: supervisione nell’intervallo sia negli spazi interni che in quelli esterni con un piano di Vigilanza; incontri tra insegnanti e genitori, resoconto mensile delle criticità rilevate dai coordinatori di classe al Referente; interventi da parte del Referente della scuola nelle classi e con le famiglie.
CLASSE: gli obiettivi sono gli stessi che caratterizzano l’intervento a livello di scuola, con le dovute attenzioni specifiche.
INDIVIDUO: l’obiettivo è modificare il comportamento degli studenti, identificati come vittime, sia di quelli identificati come bulli: colloqui individuali, colloqui con i genitori degli studenti coinvolti, discussione di gruppo, trasferimento in altra classe o scuola.
Le sanzioni
L’Istituto considera come infrazione grave i comportamenti accertati che si configurano come forme di bullismo e cyberbullismo e saranno sanzionati privilegiando punizioni disciplinari di tipo riparativo, con attività didattiche di riflessione.
Per i casi più gravi, constatato l’episodio, Dirigente Scolastico potrà comunque contattare la Polizia Postale.
Il bullismo e il cyberbullismo devono essere conosciuti e combattuti da tutti e in tutte le forme, così come previsto:
• dagli artt. 3- 33- 34 della Costituzione Italiana;
• dalla Direttiva MIUR n.16 del 5 febbraio 2007 recante “Linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo”;
• dalla direttiva MPI n. 30 del 15 marzo 2007 recante “Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di ‘telefoni cellulari’ e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti”;
• dalla direttiva MPI n. 104 del 30 novembre 2007 recante “Linee di indirizzo e chiarimenti interpretativi ed applicativi in ordine alla normativa vigente posta a tutela della privacy con particolare riferimento all’utilizzo di telefoni cellulari o di altri dispositivi elettronici nelle comunità scolastiche allo scopo di acquisire e/o divulgare immagini, filmati o registrazioni vocali”;
• dalla direttiva MIUR n.1455/06;
• LINEE DI ORIENTAMENTO MIUR Aprile 2015 per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo;
• dal D.P.R. 249/98 e 235/2007 recante “Statuto delle studentesse e degli studenti”;
• dalle linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, MIUR aprile 2015;
• dagli artt. 581-582-594-595-610-612-635 del Codice Penale; dagli artt. 2043-2047-2048 Codice Civile;
• dalla legge 202/2016, approvata dal Consiglio Regionale del Lazio, per la prevenzione e il contrasto al bullismo;
• dalla legge 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
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